Il fiume Mingardo è lungo 38 km ed attraversa uno dei tratti costieri più suggestivi del Parco Nazionale del Cilento. Il Mingardo alimentando tre acquedotti garantisce senza dubbio il fabbisogno giornaliero d’acqua di circa 8000 abitanti, inoltre contribuisce in modo significativo al mantenimento della biodiversità nel territorio cilentano, permettendo ad alcune specie animali uno stato di conservazione soddisfacente.
Nel 1997 la Commissione Europea ha riconosciuto al fiume Mingardo ed all’omonima valle la qualifica di Sito di Importanza Comunitaria. La direttiva ebbe lo scopo di promuovere il mantenimento della biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali nel territorio europeo. Ad oggi, però, resta irrisolta la questione della valorizzazione e la tutela del patrimonio idrogeologico del corso fluviale del Mingardo nonostante venga riconosciuto come uno dei geositi più importanti del territorio campano.
Nel 2012 noi di GESI abbiamo eseguito i rilevamenti topografici per la messa in sicurezza del fiume Mingardo per una superficie di circa 500.000mq. I rilievi sono poi serviti da base per la progettazione delle opere di protezione del tratto di valle, una zona ad altissimo rischio idrogeologico. Per le operazioni abbiamo messo a disposizione le seguenti risorse: una Stazione Totale, 4 GPS e 6 operatori.
Curiosità sul fiume Mingardo
La zona del fiume Mingardo non è solo famosa per essere un geosito ma anche per un suo storico ponte, conosciuto come il “ponte fascista”. Si tratta di un ponte maestoso ad 8 arcate che è sopravvissuto ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, fu realizzato nel 1929, sul fiume Mingardo, tra i Comuni di Centola e Celle di Bulgheria. Questa straordinaria opera fu costruita in mattoni rossi che oggi hanno un notevole valore storico, un ponte che è stato per circa 40 anni il fulcro della circolazione ferroviaria che collegava Napoli al Golfo di Policastro. Ad oggi il ponte fascista è un simbolo del Cilento ed è uno dei percorsi preferiti per chi pratica il trekking.
La zona idrogeologica del Mingardo potrebbe essere ulteriormente potenziata evitando l’attuale dispersione di circa 5 mila litri al secondo, una dispersione che è stata più volte segnalata alle amministrazioni negli ultimi 5 anni, senza avere al momento riscontri importanti. Ci auguriamo una pronta valorizzazione della zona trattandosi oltre che di un geosito anche di una zona ricca di storia.